Narratologia e scuole di scrittura

Fino a cinque anni fa trovare aspiranti scrittori che parlassero di cose come editing era davvero raro, oggi, invece, sembra che tutti siano editor, correttori di bozze o esperti di scrittura. Si usano termini quali show don’t tell, cliffhanger, storytelling o storyline senza averne studiato il significato, spesso ignorando le regoli basilari della scrittura narrativa quali la struttura in tre atti aristotelica.

Come in ogni campo, anche nel mondo della scrittura la crescita esponenziale del web, e soprattutto dei social, ha sdoganato un esercito di persone che attingono piccole nozioni qui e là e credono queste bastino a formali: è il popolo italiano in questo preciso momento storico, tutti credono di sapere tutto e di poter fare tutto.

Questo aumento vertiginoso di provetti scrittori ha dapprima attirato l’interesse di colossi imprenditoriali quali Amazon, portale che ha subito capito di poter lucrare sulle ambizioni (o illusioni) di molti, creando così il Self Publishing. Come Amazon, in molti hanno trovato in questi novelli autori una miniera d’oro: case editrici a pagamento o a doppio binario, minuscole realtà editoriali fondate da persone del tutto ignoranti in ambito letterario, editor improvvisati, blogger e agenzie letterarie nate dal nulla.

Fra queste figure, ovviamente, non mancano i docenti di scrittura creativa e i corsi di scrittura, ed è proprio su questo che voglio concentrarmi.

Quando si parla di scuole di scrittura si scatena sempre un pandemonio. Da una parte, c’è chi reputa lo studio delle tecniche di scrittura una componente fondamentale per uno scrittore; dall’altra, c’è chi urla che la scrittura nasce dal cuore (e qui sarebbe carino sapere se essa risieda nel ventricolo destro o in quello sinistro), che la scrittura non si apprende e altre idee romantiche.

Beh, tralasciando che anche Maupassant ha appreso molto da Flaubert, è vero, scrivere non può essere solo un insieme di conoscenze tecniche, necessita di passione e sensibilità, ma è altrettanto vero che essere predisposti alla scrittura ma non coltivare questa passione con lo studio equivale a uno sportivo talentuoso che non si allena.

C’è chi dice basti leggere tanto: nulla di più falso! Questo non perché leggere non aiuti, ma perché leggere tanto dovrebbe essere la base per uno scrittore e il motore che innesca in lui il desiderio di scrivere: se non si legge tanto, a mio dire è inutile scrivere, non serve a nulla; e chi legge tanto non può fare a meno di voler studiare ciò che legge.

Dovremmo chiederci perché oggi la narrativa italiana è totalmente diversa (salvo alcune preziose eccezioni) da quella di vent’anni fa. La narrativa, almeno fino a vent’anni fa, aveva un sapore letterario, da essa traspariva maturità del linguaggio e cultura accademica.

Gli scrittori allora conoscevano bene la narratologia, perché parte della loro formazione scolastica. Oggi, invece, la narratologia sembra scomparsa persino in ambito universitario, quando un tempo era materia di studio sin dalle scuole elementari.

Ecco perché sono nate le scuole di scrittura, per sopperire a questa mancanza, o almeno questo dovrebbe essere il vero motivo del loro esistere: ma si sa, la voglia di denaro spesso corrompe ogni ideale.

Parlando di denaro in associazione alle scuole di scrittura, ovviamente si pensa subito alla SCUOLA HOLDEN, fondata nel 1994 a Torino e diretta da Alessandro Baricco; una realtà davvero per pochi, in quanto molto cara: il biennio costa ventimila euro.

Ovvio che, analizzando superficialmente le scuole di scrittura sotto quest’ottica, si pensi subito a una grande truffa, o a una lobby per pochi. Ma la Holden non è questo. La Holden semplicemente ha una sua politica, e la segue offrendosi a chi può pagare i suoi servizi: sanno che c’è chi è disposto a pagare, dunque si fanno pagare. Punto. Nessuna truffa a mio dire, semplicemente una scelta di mercato. Inoltre, bisogna scindere le scuole di scrittura creativa dalle scuole di tecniche di narrazione, qual è la Holden, dove si punta più alla sceneggiatura per la TV che alla narrativa, e si insegna anche storytelling e ogni moderno impiego che preveda l’utilizzo della scrittura. Basta visitare il loro sito www.scuolaholden.it per capire il loro approccio molto commerciale e Made in USA nei confronti della scrittura.

Dunque, se non si condivide la politica della Holden, o non si hanno i soldi per frequentarla, non credo sia giusto calunniarla né tanto meno usarla a modello per altre scuole di scrittura.

Ne esistono tante, e moltissime valide e accessibili; alcune nate prima della Holden.

Basti pensare che lo stesso Giuseppe Pontiggia ha insegnato scrittura creativa e tecniche di scrittura negli anni ottanta, a Milano, consapevole della necessità di insegnare l’arte di narrare: perché appunto parliamo di un’arte, e come ogni arte va appresa e coltivata.

Credo che già accostare le scuole di scrittura a un maestro e intellettuale come Pontiggia cambi le cose, no?

Ma sono appunto queste le scuole di scrittura, e ne esistono tante, basta solo cercare con maturità, guardandone la storia e chi sono i docenti.

Di seguito ecco alcune scuole:

NEL LABORATORIO DELLA SCRITTURA, per esempio, insegna da più di vent’anni Laura Lepri (editor e direttore del Circolo dei lettori) che ha raccolto il testimone da Giuseppe Pontiggia, sita a Milano, nel Laboratorio Formentini di Brera. lauralepriscritture.com.

C’è poi la BOTTEGA DI NARRAZIONE, in cui insegna Giulio Mozzi: scrittore e consulente editoriale.  bottegadinarrazione.com.

O ancora LALINEASCRITTA, la scuola che frequento da tre anni,  scuola di scrittura creativa fondata dalla scrittrice Antonella Cilento ben ventisei anni fa, cui sede è a Napoli, e offre oltre al laboratorio di scrittura creativa di durata triennale, anche corsi di drammaturgia, editoria, e un percorso annuo per la lavorazione di un progetto di romanzo.

Lalineascritta offre anche lezioni in videoconferenza.

Inoltre al termine di ogni anno di scrittura creativa, gli allievi hanno modo di far leggere i propri scritti da editor del calibro di Antonio Franchini, Alberto Rollo, Giulia Ichino, Manuela La Ferla, Laura Bosio e Bruno Nacci.

www.lalineascritta.it

La scuola di scrittura OMERO, nata nel 1988, sita a Roma, ha formato scrittori, sceneggiatori e altri professionisti del mondo dell’editoria. Organizza anche corsi a distanza via Skype e una serie di seminari e workshop fuori sede.

www.scuolaomero.it

SCUOLA DI SCRITTURA FLANNERY. Tra i di questa scuola di Milano ci sono anche corsi di drammaturgia e delle professioni editoriali, nonché corsi dedicati ai giovani dai 14 ai 19 anni, agli aspiranti drammaturghi e alle varie professioni connesse all’editoria.

www.centroculturaledimilano.it

 La MOLLY BLOOM ha invece sede a Roma, ma ha anche una succursale a Milano e una a Lecce. I corsi spaziano dalle tecniche classiche di narrazione alla poesia, al lavoro dei tutor si aggiungono le lezioni di diversi scrittori e seminari in varie sedi.

www.mollybloom.it

Come vedete non esiste solo la Holden, ma diverse scuole, con diversi docenti e diversi metodi di studio. Il problema è che circola molta ignoranza riguardo le scuole di scrittura, spesso si parla per sentito dire. Poi, se invece si frequenta una scuola di scrittura solo nella speranza di essere notati o lanciate, il mio consiglio è di lasciar perdere, e non perché questo non possa accadere, ma perché chi parte con questo desiderio, anziché con la voglia di imparare, difficilmente potrà fare bene.

Alle grandi scuole si uniscono inoltre tante piccole realtà, sia con corsi fisici che con corsi online. Per queste bisogna fare molta attenzione, perché, come già scritto, oggi chiunque si improvvisa professionista in qualsiasi materie. Pero esistono anche nuove realtà molto belle, gestite da persone formate; fra queste c’è Saper Scrivere, agenzia che offre corsi online di tecniche della narrazione e mestieri editoriali, oltre a offrire servizi di consulenza, editing, correzione di bozze e tanti altri servizi. L’agenzia è stata creata da Diego Di Dio, giovane e talentuoso autore che ha collaborato come editor con diverse realtà editoriali, fra cui Alter Ego, ha seguito il corso di agente letterario presso la Minimum Faxm si è formato come redattore presso la Oblique di Roma, ed è un accanito abbonato della rivista letteraria Writers Magazine Italia .

Dunque le realtà buone esistono, basta solo cercare bene e non fermarsi ai pregiudizi.  

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