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Presentazione online di Piciul con Diego Di Dio e Valerio Marra

Un meraviglioso momento con due amici e colleghi: Diego Di Dio, autore La Corte edizioni, editor e agente letterario e Valerio Marra, autore Newton ed editor.

Sul mio profilo Instagram potrete rivedere la simpatica diretta.

Presentazione di Piciul al Perditempo, Napoli

Una simpatica e atipica presentazione al Perditempo di Napoli, storico locale di Napoli, libreria e casa editrice. Un grazie particolare al fondatore, Alfonso Gargano, e alla meravigliosa lettrice, Chiara Orefice.  

Presentazione di Piciul all’Asilo Filangieri, Napoli

Presentazione di Piciul all’Asilo Filangieri di Napoli, centro per i lavoratori della cultura e dello spettacolo.

Cliccando il link sottostante potrete accedere all’articolo.

presentazione del romanzo Piciul

L’importanza delle parole: sussurri mischiati per rendere tangibile l’invisibile

È triste vedere come oggigiorno la lingua italiana sia continuamente svenduta, mercificata. Non si tratta soltanto di una questione stilistica, tanto meno di un lessico ridotto sempre più all’osso, è proprio il senso intrinseco della lingua italiana a essere stato deturpato, ciò di cui è formata: le parole.

Alcuni credono che l’inventare nuovi termini, come petaloso, oppure modernizzare alcune frasi equivalga a un vilipendio della nostra lingua, una storpiatura delle nostre preziose parole. In parte è così, ma non credo affatto sia questo il problema. Il vero dramma comincia lì dove ci si crede capaci di impadronirsi delle parole. Usarle a proprio piacimento, catalogarle, ridurle persino a uno strumento di vile mercificazione.

Si parla tanto di parole, di lingua italiana, eppure per la parola scritta continua a non esserci rispetto. In TV, ad esempio, vediamo presentatori e presentatrici poco avvezzi alla lettura mettere bocca sulla nostra lingua. In una misera ora di girato si ha la pretesa di spiegare quanto si apprende in anni di filologia. Assistiamo a comici che non hanno soltanto la pretesa di recitare un sommo poeta quale Dante, ma di spiegarlo, senza avere la preparazione culturale per farlo.

Tutto questo mostra con quale mancanza di rispetto ci si avvicina alla cultura, soprattutto alla cultura letteraria. In questo tempo dove tutti credono di poter mettere bocca su tutto, e farlo senza formarsi, di certo la nostra lingua non è stata risparmiata; anzi, essendo essa formata di parole sembra qualcosa di facilmente ingabbiabile, manipolabile. Dunque si parla di libri, senza averli mai letti. Si parla di film, senza averli mai visti. Si cita Dante, deformando il senso delle sue parole. Si interpreta a proprio piacimento qualsiasi dottrina, credendo di poterla assimilare in un tempo di poco superiore a quello di un pasto.

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