Un meraviglioso momento con due amici e colleghi: Diego Di Dio, autore La Corte edizioni, editor e agente letterario e Valerio Marra, autore Newton ed editor.
Sul mio profilo Instagram potrete rivedere la simpatica diretta.

Un meraviglioso momento con due amici e colleghi: Diego Di Dio, autore La Corte edizioni, editor e agente letterario e Valerio Marra, autore Newton ed editor.
Sul mio profilo Instagram potrete rivedere la simpatica diretta.
Una simpatica e atipica presentazione al Perditempo di Napoli, storico locale di Napoli, libreria e casa editrice. Un grazie particolare al fondatore, Alfonso Gargano, e alla meravigliosa lettrice, Chiara Orefice.
Presentazione di Piciul all’Asilo Filangieri di Napoli, centro per i lavoratori della cultura e dello spettacolo.
Cliccando il link sottostante potrete accedere all’articolo.
presentazione del romanzo Piciul
La prima presentazione di Piciul alla Ubik di Napoli con una meravigliosa relatrice: la mia maestra di scrittura creativa, Antonella Cilento.
Grazie di cuore alla redazione di Stiri Diaspora.
E poi, inaspettatamente, un giornale rumeno dedica un articolo al mio romanzo, Piciul.
Grazie a Mara Fortuna, scrittrice Giunti, per questo meraviglioso articolo su Piciul.
Un bellissimo e generoso articolo scritto da Antonella Cilento sulla rubrica La lente azzurra.
Cliccando su questo link potrete leggere l’intero racconto pubblicato sulla rivista Salmace.
https://salmacerivista.wordpress.com/2021/09/08/il-velo-della-sposa/
Giorni fa sulla pagina Facebook Gli Imperdonabili, movimento fondato da Giulio Milani, editore della storica Transeuropa, casa editrice che nel 1994 ha pubblicato il fortunato esordio di Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, abbiamo assistito a un confronto di natura epica: Giulio Milani ha parlato di letteratura e di editoria con colui che assieme ad Alberto Rollo è di certo il più famoso redattore editoriale vivente, Antonio Franchini. Un lungo confronto moderato da Peter Genito in cui i due non si sono risparmiati in nulla.
Entrambi non hanno bisogno di presentazioni, sono scrittori e redattori navigati. Mi limito a dire quanto sia pittoresco e istruttivo un simile confronto fra due persone molto diverse: in un angolo del ring, un redattore che dopo aver dato vito alla collana Wildworld per Transeuropa, ha fondato con alcuni suoi autori il movimento degli Imperdonabili, scagliandosi a spada tratta contro ogni tipo di lobby editoriale; nell’altro angolo, il redattore che per ben quindici anni ha tenuto le redini della narrativa italiana di Mondadori, facendo collezionare alla casa editrice milanese numerose vittorie al Premio Strega e ricordato anche per aver scoperto casi editoriali come Paolo Giordano e Roberto Saviano.
Insomma, due personalità agli antipodi. Due professionisti e uomini di grande cultura.
Conoscendo entrambi, non dico la mia, preferisco vediate da voi questo bellissimo confronto ricco di colpi di scena e di ribaltamenti, sicuro che lo troverete illuminante.
Per vedere il video, cliccate sul riquadro nero in basso, alla voce: Guarda su Facebook.
È triste vedere come oggigiorno la lingua italiana sia continuamente svenduta, mercificata. Non si tratta soltanto di una questione stilistica, tanto meno di un lessico ridotto sempre più all’osso, è proprio il senso intrinseco della lingua italiana a essere stato deturpato, ciò di cui è formata: le parole.
Alcuni credono che l’inventare nuovi termini, come petaloso, oppure modernizzare alcune frasi equivalga a un vilipendio della nostra lingua, una storpiatura delle nostre preziose parole. In parte è così, ma non credo affatto sia questo il problema. Il vero dramma comincia lì dove ci si crede capaci di impadronirsi delle parole. Usarle a proprio piacimento, catalogarle, ridurle persino a uno strumento di vile mercificazione.
Si parla tanto di parole, di lingua italiana, eppure per la parola scritta continua a non esserci rispetto. In TV, ad esempio, vediamo presentatori e presentatrici poco avvezzi alla lettura mettere bocca sulla nostra lingua. In una misera ora di girato si ha la pretesa di spiegare quanto si apprende in anni di filologia. Assistiamo a comici che non hanno soltanto la pretesa di recitare un sommo poeta quale Dante, ma di spiegarlo, senza avere la preparazione culturale per farlo.
Tutto questo mostra con quale mancanza di rispetto ci si avvicina alla cultura, soprattutto alla cultura letteraria. In questo tempo dove tutti credono di poter mettere bocca su tutto, e farlo senza formarsi, di certo la nostra lingua non è stata risparmiata; anzi, essendo essa formata di parole sembra qualcosa di facilmente ingabbiabile, manipolabile. Dunque si parla di libri, senza averli mai letti. Si parla di film, senza averli mai visti. Si cita Dante, deformando il senso delle sue parole. Si interpreta a proprio piacimento qualsiasi dottrina, credendo di poterla assimilare in un tempo di poco superiore a quello di un pasto.
Continua a leggere L’importanza delle parole: sussurri mischiati per rendere tangibile l’invisibile