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Molto più che il Canto di Natale.

Quando si parla di Charles Dickens, purtroppo, tutti pensano solo alle favole, collegandolo immediatamente alle trasposizioni cinematografiche e della Disney del racconto Canto di Natale; altri lo associano alla figura di autore leggero, visto che spesso ha scritto di bambini.

Ma come ha scritto di bambini, Dickens? Questo le persone dovrebbero capire, come dovrebbero capire l’atroce dramma e accusa sociale che si cela dietro al racconto Canto di Natale. Continua a leggere Molto più che il Canto di Natale.

Un dramma sempre attuale

Purtroppo non tutti conoscono L’uomo che ride, capolavoro di Victor Hugo, in origine intitolato Per ordine del re; libro pubblicato nel 1869 e con un’insolita gestazione per Hugo: solamente sedici mesi. Eppure a mio dire è un capolavoro di tutto rispetto, al pari di I miserabili.

Ironico pensare che in molti, purtroppo, neppure sanno che devono a Hugo l’esistenza di Joker, il ben più noto personaggio dei fumetti della DC Comics, ideato da Bob Kane e Bill Finger dopo aver visto l’interpretazione di Conrad Veid nel film del 1928 ispirato al romanzo di Hugo. Continua a leggere Un dramma sempre attuale

Raccontare l’oggi: da Tolstoj, a Bulgakov, a Kafka fino ai call center.

Ci si chiede spesso come si possa narrare un tempo come il nostro: un tempo fatto di social, lavori meccanici, in cui i contatti umani sembrano sostituiti da uno smartphone. Potremmo dire che nella nostra epoca non ci sia nulla da raccontare, o almeno niente di emozionante come le vicende narrate nei classici.

Oggigiorno non abbiamo, almeno qui in Italia e forse in moltissime parti del mondo, grandi rivoluzioni sociali a far vibrare il cuore dei protagonisti di una storia, e viviamo in una società che, almeno apparentemente, non opprime la libertà di pensiero.

Per metterci in contatto con una persona non dobbiamo necessariamente scrivere una lettera, come facevano Varvara e Makar, né siamo costretti a percorrere immense distanze in carrozza o in treno come Anna Karenina. Continua a leggere Raccontare l’oggi: da Tolstoj, a Bulgakov, a Kafka fino ai call center.

L’avventura di due sposi

Una delle cose più belle mai scritte, ovviamente una creazione di Italo Calvino.
Non ha bisogno di commenti.

L’operaio Arturo Massolari faceva il turno della notte, quello che finisce alle sei. Per rincasare aveva un lungo tragitto, che compiva in bicicletta nella bella stagione, in tram nei mesi piovosi e invernali. Arrivava a casa tra le sei e tre quarti e le sette, cioè alle volte un po’ prima alle volte un po’ dopo che suonasse la sveglia della moglie, Elide.
Spesso i due rumori: il suono della sveglia e il passo di lui che entrava si sovrapponevano nella mente di Elide, raggiungendola in fondo al sonno, il sonno compatto della mattina presto che lei cercava di spremere ancora per qualche secondo col viso affondato nel guanciale. Poi si tirava su dal letto di strappo e già infilava le braccia alla cieca nella vestaglia, coi capelli sugli occhi. Gli appariva così, in cucina, dove Arturo stava tirando fuori i recipienti vuoti dalla borsa che si portava con sé sul lavoro: il portavivande, il termos, e li posava sull’acquaio. Aveva già acceso il fornello e aveva messo su il caffè. Appena lui la guardava, a Elide veniva da passarsi una mano sui capelli, da spalancare a forza gli occhi, come se ogni volta si vergognasse un po’ di questa prima immagine che il marito aveva di lei entrando in casa, sempre così in disordine, con la faccia mezz’addormentata. Quando due hanno dormito insieme è un’altra cosa, ci si ritrova al mattino a riaffiorare entrambi dallo stesso sonno, si è pari. Continua a leggere L’avventura di due sposi