Da sempre il male risulta affascinante. Può sembrare un cliché, ma se guardassimo con onestà i libri che abbiamo letto di certo scopriremmo di aver sempre, inconsciamente, trovato estremamente attraente quello che solitamente è l’antagonista: il cattivo. La letteratura è piena di personaggi cattivi ammalianti, basti pensare al perfido Frollo nel romanzo di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, o ancora Nikolaj Vsevolodovič Stavrogin ne I demoni di Fëdor Dostoevskij, o l’indimenticabile Iago che soverchia in tutto la presenza di Otello nell’omonimo capolavoro di William Shakespeare. Ci sono casi in cui il cosiddetto cattivo, ossia l’antagonista, riveste addirittura i panni del giusto, come l’incorruttibile ispettore Javert nel più grande capolavoro di Victor Hugo, I miserabili, o ancora situazioni in cui ci troviamo di fronte a cattivi eternamente contrastati come la bellissima Estella in Grandi Speranze di Charles Dickens; infine, come dimenticare i cattivi che sono i protagonisti delle storie, tanto per ricordarne uno l’incomprensibile e folle Capitano Achab in Moby Dick, del maestro Herman Melville: tutti personaggi resi affascinanti da un forte contrasto interiore che smuove le loro azioni, come nel palese caso del Capitano Achab, oppure di un vissuto difficile che li ha segnati, come è appunto per la gelida Estella.
La storia ci insegna che i più grandi cattivi di sempre hanno avuto una vita – per quanto difficile e crudele – spesso più avvincente a livello narrativo di quella di un buono, o comunque di un mite; basti guardare le biografie dei più celebri serial killer per capirlo. È dunque naturale affezionarsi a personaggi negativi, tanto più quando sono controversi, pieni di contraddizioni. Il cinema ha fatto tesoro di questa realtà. Dopo di esso, la serialità ne ha abusato così tanto da creare personaggi cattivi sulla scia degli antieroi dei fumetti, come i camorristi dall’aria affascinante e dal passato tormentato. Tutto ciò tralasciando gli infiniti romance in cui troviamo puntualmente il bello e dannato dal torbido passato.
Dunque, che si parli di alta letteratura, che si parli di narrativa di intrattenimento, di cinema o di serialità, il cattivo, che sia antagonista o protagonista, risulta quasi sempre essere più affascinante del buono, del cosiddetto eroe. Continua a leggere Simenon: raccontare la purezza senza cadere nella banalità